Bhisma
2015-01-29 15:00:19 UTC
Con "oricalco" gli autori greci più antichi designano un metallo, o
più probabilmente una lega, di cui non è facile stabilire l'esatta
composizione.
L'ipotesi più diffusa, che fosse una lega di miscela di rame e zinco
con tracce di stagno che somigliava all'oro, si basa sul fatto che
veniva denominata "oricalco" proprio una lega del genere, di cui in
età asssai più tarda (a partire dalla riforma monetaria di Augusto,
fine del I° secolo a.e.v.) sappiamo essere composti i sesterzi.
La lega non doveva essere troppo preziosa, all'epoca, considerando che
un "denario" in argento valeva quattro sesterzi, del resto Cicerone
usa il termine "oricalco" per indicare un oro falsificato, a conferma
del fatto della scarsa valutazione.
Tuttavia l'oricalco è spesso considerato dagli autori greci più
antichi prezioso quanto l'oro o più, e forse poté essere considerato
tale anche nella Roma più arcaica, se un accenno abbastanza
problematico di Plauto puo' essere così interpretato [1].
Inoltre alcune descrizioni più antiche, che ne parlano come di un
"rame bianco" mal si adattano all'aspetto aureo della lega tarda,
anche se forse in certi casi potrebbe essere in atto una confusione
con l' "elettro" un'altra lega di argento ed oro.
Comunque sia, l'effettiva natura o composizione dell'oricalco in epoca
arcaica resta problematica, ma non è affatto vero come da troppe parti
si afferma che la lega sia misteriosamente legata ad Atlantide, avesse
proprietà leggendarie etc.
E' vero che Platone parla dell'oricalco nel "Crizia" come di un
metallo ormai introvabile e molto prezioso che era una volta diffuso
ad Atlantide [2] ma, contrariamente a quanto affermato da molti
(Wikipedia Italia compresa - quella inglese non fa lo stesso errore,
sgrunt ) questa non è affatto la prima e più antica menzione
dell'oricalco.
Questo viene infatti citato molto prima di Platone, sia nel poemetto
arcaico "Lo scudo di Eracle", tradizionalmente attribuito ad Esiodo,
dove è il materiale con cui sono fatti gli schinieri dell'eroe [3] sia
negli arcaici inni "omerici" , dove è il materiale di cui sono fatti,
assieme all'oro, gli orecchini di Venere [4]
Materiale quindi piuttosto pregiato ma ben concreto e impiegato per
usi relativamente comuni sin da un'antichità decisamente più remota
dell'epoca di Platone stesso, nella quale sembra divenuto un elemento
quasi favolistico.
Una spiegazione abbastanza plausibile del perché a quell'epoca fosse
così pregiato e quasi scomparso è che i greci non fossero capaci di
preparare la lega, che fosse importato e per qualche motivo
(esaurimento miniere, rarefazione dei commerci) non fosse più
normalmente disponibile in Grecia.
=====
[1] Plauto, Curculio, 1, 3, 43 - 45
"Auro contra cedo mihi modestum amatorem", dice il padrone: "Cedo il
mio peso in oro (se mi troverai) un innamorato ragionevole"
"Cedo mihi contra aurichalcum cui ego sano serviam" "Cedo il mio peso
in oricalco" (se mi troverai) qualcuno sano di mente a cui io possa
servire, risponde il servo
[2] Platone, Crizia
L'oricalco, quel metallo che ormai si sente solo nominare, allora era
più che un nome, ed era estratto dalla terra in molti luoghi
dell'isola, ed era a quel tempo il metallo più prezioso dopo l'oro...
essi ricoprirono di bronzo, a guisa di vernice, tutto il percorso del
muro della cinta esteriore, e spalmarono di stagno liquefatto quello
della cinta interiore, e d'oricalco dai riflessi ignei quello della
stessa acropoli
[3] Lo scudo di Eracle, 121-122
E, cosí detto, alle gambe d’attorno legò gli schinieri
di lucido oricalco, d’Efèsto bellissimo dono,
[4]Inno omerico VI a Venere, 7-9
sul capo immortale posero una ben lavorata corona,
bella, d'oro, ed ai lobi traforati fiori di oricalco e di oro prezioso
più probabilmente una lega, di cui non è facile stabilire l'esatta
composizione.
L'ipotesi più diffusa, che fosse una lega di miscela di rame e zinco
con tracce di stagno che somigliava all'oro, si basa sul fatto che
veniva denominata "oricalco" proprio una lega del genere, di cui in
età asssai più tarda (a partire dalla riforma monetaria di Augusto,
fine del I° secolo a.e.v.) sappiamo essere composti i sesterzi.
La lega non doveva essere troppo preziosa, all'epoca, considerando che
un "denario" in argento valeva quattro sesterzi, del resto Cicerone
usa il termine "oricalco" per indicare un oro falsificato, a conferma
del fatto della scarsa valutazione.
Tuttavia l'oricalco è spesso considerato dagli autori greci più
antichi prezioso quanto l'oro o più, e forse poté essere considerato
tale anche nella Roma più arcaica, se un accenno abbastanza
problematico di Plauto puo' essere così interpretato [1].
Inoltre alcune descrizioni più antiche, che ne parlano come di un
"rame bianco" mal si adattano all'aspetto aureo della lega tarda,
anche se forse in certi casi potrebbe essere in atto una confusione
con l' "elettro" un'altra lega di argento ed oro.
Comunque sia, l'effettiva natura o composizione dell'oricalco in epoca
arcaica resta problematica, ma non è affatto vero come da troppe parti
si afferma che la lega sia misteriosamente legata ad Atlantide, avesse
proprietà leggendarie etc.
E' vero che Platone parla dell'oricalco nel "Crizia" come di un
metallo ormai introvabile e molto prezioso che era una volta diffuso
ad Atlantide [2] ma, contrariamente a quanto affermato da molti
(Wikipedia Italia compresa - quella inglese non fa lo stesso errore,
sgrunt ) questa non è affatto la prima e più antica menzione
dell'oricalco.
Questo viene infatti citato molto prima di Platone, sia nel poemetto
arcaico "Lo scudo di Eracle", tradizionalmente attribuito ad Esiodo,
dove è il materiale con cui sono fatti gli schinieri dell'eroe [3] sia
negli arcaici inni "omerici" , dove è il materiale di cui sono fatti,
assieme all'oro, gli orecchini di Venere [4]
Materiale quindi piuttosto pregiato ma ben concreto e impiegato per
usi relativamente comuni sin da un'antichità decisamente più remota
dell'epoca di Platone stesso, nella quale sembra divenuto un elemento
quasi favolistico.
Una spiegazione abbastanza plausibile del perché a quell'epoca fosse
così pregiato e quasi scomparso è che i greci non fossero capaci di
preparare la lega, che fosse importato e per qualche motivo
(esaurimento miniere, rarefazione dei commerci) non fosse più
normalmente disponibile in Grecia.
=====
[1] Plauto, Curculio, 1, 3, 43 - 45
"Auro contra cedo mihi modestum amatorem", dice il padrone: "Cedo il
mio peso in oro (se mi troverai) un innamorato ragionevole"
"Cedo mihi contra aurichalcum cui ego sano serviam" "Cedo il mio peso
in oricalco" (se mi troverai) qualcuno sano di mente a cui io possa
servire, risponde il servo
[2] Platone, Crizia
L'oricalco, quel metallo che ormai si sente solo nominare, allora era
più che un nome, ed era estratto dalla terra in molti luoghi
dell'isola, ed era a quel tempo il metallo più prezioso dopo l'oro...
essi ricoprirono di bronzo, a guisa di vernice, tutto il percorso del
muro della cinta esteriore, e spalmarono di stagno liquefatto quello
della cinta interiore, e d'oricalco dai riflessi ignei quello della
stessa acropoli
[3] Lo scudo di Eracle, 121-122
E, cosí detto, alle gambe d’attorno legò gli schinieri
di lucido oricalco, d’Efèsto bellissimo dono,
[4]Inno omerico VI a Venere, 7-9
sul capo immortale posero una ben lavorata corona,
bella, d'oro, ed ai lobi traforati fiori di oricalco e di oro prezioso
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Saluti da Bhisma
...e il pensier libero, è la mia fé!
Saluti da Bhisma
...e il pensier libero, è la mia fé!