On Wed, 18 Mar 2009 12:21:37 +0100, "Piccolo Principe"
Post by Piccolo PrincipeUno dei più noti boccaloni fu Arthur Conan Doyle. Un uomo che tutti
pensavano di una razionalità sopra il comune ma che di fronte a medium e
trucchetti da circo abboccava come il più ingenuo dei Watson.
Beh, quella di Sherlock Holmes è una razionalità del tutto fittizia ed
esteriore, e Conan Doyle odiava il successo del suo personaggio che lo
costringeva a proseguire una produzione letteraria che non amava.
I suoi interessi, anche narrativi, in realtà vanno molto più nella
direzione del fantastico e del sovrannaturale che non in quella del
razionalismo, anche se le sue opere di questo tipo sono assai meno
note, quindi in realtà l'adesione di Conan Doyle allo spiritismo è
molto meno sorprendente e contraddittoria di quanto non potrebbe
sembrare.
Più interessante, forse, e meno frequentemente ricordata è invece la
sostanziale adesione alla realtà dei fenomeni spiritistici da parte di
sir William Crookes, l'inventore del tubo catodico, un chimico e
fisico di vaglia le cui ricerche ed i cui risultati sono estremamente
avanzati per l'epoca, un personaggio che di razionalità e di
preparazione scientifica ne aveva ad iosa, molto più di Conan Doyle, ,
e il cui prestigio - fu anche presidente della Royal Society -
contribuì non poco alla notevole voga dei tavoli parlanti nell'alta
società inglese dell'epoca.
Qui si potrebbe tirare in ballo Randi e il discorso - secondo me molto
sensato - che a smascherare un imbroglione è più bravo un
prestigiatore di uno scienziato, però secondo me c'è in ballo un altro
fattore interessante da prendere in considerazione nell'affermarsi di
massa dello spiritismo all'epoca: la società vittoriana, così rigida e
deterministica e volta alla tecnologia e ad al razionalismo ufficiali,
è anche una società che ha un tremendo bisogno di sfoghi e di evasioni
e di irrazionalità.
La passione vittoriana per lo spiritismo (ricordiamoci anche del gusto
funerario dell'epoca in letteratura ed estetica, cimiteri e morti
giovani dappertutto, e del fatto che non di rado i fenomeni spiritici
venivano esibiti in teatro: siamo nello stesso periodo dell'affermarsi
del mito di Dracula e di Frankestein, del Grand Guignol, della
passione intensa per il Gotico ed il Medioevo intesi in senso
antirazionalistico etc.) mi pare il contraltare sul piano spirituale
ed emotivo di quella - anch'essa diffusissima - per il bordello e le
parafilie sul piano sessuale.
Lo dico senza il minimo intento offensivo per gli spiritisti, mi pare
piuttosto una caratteristica culturale dell'epoca se si omette la
quale non ci si rende bene conto di certi fenomeni.
Da questo punto di vista anche il fatto (mai provato, ma parecchio
spettegolato) che Crookes in età ormai tarda si fosse presa per amante
la giovane medium da lui resa notissima, più che una prova di
malafede mi pare un ulteriore testimonianza di questo bisogno di
evasione, di escapismo, e di situazioni forti che serpeggia nella
società dell'epoca: in ultima analisi, c'è chi migra a Tahiti mollando
tutto per mettersi a dipingere indigene nude come Gauguin, e chi si
rivolge allo spiritismo e ai piaceri (dei salotti) delle medium come
Crookes :o)
Dopodichè potrei continuare divagando ad osservare che questo tipo di
sfogo era patrimonio degli uomini, mentre alle donne della borghesia
era negato, e che questo mi è sempre sembrato il motivo per cui delle
paralisi isteriche femminili così frequenti in Freud e nei
neuropatologi dell'epoca oggi non se ne vede più traccia... ma questo
vorrebbe dire andare troppo fuori dal seminato, ed è pericoloso
scrivere troppo quando si ha sonno :-D
Saluti da Bhisma
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... e il pensier libero, è la mia fé!