Post by centromixPost by BhismaOn Fri, 03 Feb 2012 18:55:11 +0100, centromix
Post by centromixnon metto in dubbio quello che hai scritto, ma ti sei dimenticato la
parte principale del mio post,
Non l'ho dimenticato. Semplicemente le conoscenze astronomiche dei
celti e il fatto che l'idea della terra piatta fosse molto meno
diffusa nell'antichità e nel medioevo di quanto non si pensi
comunemente (se non sbaglio questa opinione sta addirittura al secondo
posto nella lista degli errori storici più diffusi secondo
l'associazione degli storici inglesi) mi sembrano più interessanti.
sono d'accordo anche perche' ogni tanto pratico un po' di astronomia
da dilettante.
Bhe, visto che l'ha riprodotta anche la LEGO...possiamo prendere la Wiky
ed immaginare che gli antichi sapessero un po' piu' di quanto immaginiamo...
La macchina di Anticitera (greco moderno: O ?????????? ??? ???????????, O
michanismós ton Andikithíron), nota anche come meccanismo di Antikythera[1],
è il più antico calcolatore meccanico conosciuto, databile intorno al
150-100 a.C. Si tratta di un sofisticato planetario, mosso da ruote dentate,
che serviva per calcolare il sorgere delsole, le fasi lunari, i movimenti
dei cinque pianeti allora conosciuti, gli equinozi, i mesi, i giorni della
settimana e - secondo un recente studio pubblicato su Nature[2] - le date
dei giochi olimpici. Trae il nome dall'isola greca di Anticitera (Cerigotto)
presso cui è stata rinvenuta. È conservata presso il Museo archeologico
nazionale di Atene.
Indice [nascondi]
1 Scoperta e prime analisi
2 Funzione e funzionamento
3 Contesto storico
4 Note
5 Bibliografia
6 Voci correlate
7 Altri progetti
8 Collegamenti esterni
Scoperta e prime analisi [modifica]
Frammento principale del meccanismoIl meccanismo fu ritrovato nel 1900
grazie alla segnalazione di un gruppo di pescatori di spugne che, persa la
rotta a causa di una tempesta, erano stati costretti a rifugiarsi
sull'isoletta rocciosa di Cerigotto. Al largo dell'isola, alla profondità di
circa 43 metri, scoprirono il relitto di un'enorme nave affondata, risalente
all'87 a.C. e adibita al trasporto di statue in bronzo e marmo.
Schema del meccanismo di AnticiteraIl 17 maggio 1902 l'archeologo Spyridon
Stais, esaminando i reperti recuperati dal relitto, notò che un blocco di
pietra presentava un ingranaggio inglobato all'interno. Con un più
approfondito esame si scoprì che quella che era sembrata inizialmente una
pietra era in realtà un meccanismo fortemente incrostato e corroso, di cui
erano sopravvissute tre parti principali e decine di frammenti minori.
Si trattava di un'intera serie di ruote dentate, ricoperte di iscrizioni,
facenti parte di un elaborato meccanismo ad orologeria.
La macchina era delle dimensioni di circa 30 cm per 15 cm, dello spessore di
un libro, costruita in bronzo e originariamente montata in una cornice in
legno. Era ricoperta da oltre 2.000 caratteri di scrittura, dei quali circa
il 95% è stato decifrato (il testo completo dell'iscrizione non è ancora
stato pubblicato).
Il meccanismo è attualmente conservato nella collezione di bronzi del Museo
archeologico nazionale di Atene, assieme alla sua ricostruzione.
Alcuni archeologi sostennero che il meccanismo era troppo complesso per
appartenere al relitto ed alcuni esperti dissero che i resti del meccanismo
potevano essere fatti risalire ad un planetario o a un astrolabio. Le
polemiche si susseguirono per lungo tempo ma la questione rimase irrisolta.
Immagine ai raggi X di parte del meccanismoSolo nel 1951 i dubbi sul
misterioso meccanismo cominciarono ad essere svelati. Quell'anno infatti il
professor Derek de Solla Price cominciò a studiare il congegno, esaminando
minuziosamente ogni ruota ed ogni pezzo e riuscendo, dopo circa vent'anni di
ricerca, a scoprirne il funzionamento originario.
Funzione e funzionamento [modifica]
Il meccanismo risultò essere un antichissimo calcolatore per il calendario
solare e lunare, le cui ruote dentate potevano riprodurre il rapporto di
254:19 necessario a ricostruire il moto della Luna in rapporto al Sole (la
Luna compie 254 rivoluzioni siderali ogni 19 anni solari).
L'estrema complessità del congegno era inoltre dovuta al fatto che tale
rapporto veniva riprodotto tramite l'utilizzo di una ventina di ruote
dentate e di un differenziale, un meccanismo che permetteva di ottenere una
rotazione di velocità pari alla somma o alla differenza di due rotazioni
date. Il suo scopo era quello di mostrare, oltre ai mesi lunari siderali,
anche le lunazioni, ottenute dalla sottrazione del moto solare al moto
lunare siderale.
Sulla base della sua ricerca, Price concluse che, contrariamente a quanto si
era creduto in precedenza, nella Greciadel II secolo a.C. esisteva
effettivamente una tradizione di altissima tecnologia.
Contesto storico [modifica]
Vista laterale del modello ricostruito, Museo archeologico nazionale di
AteneIl meccanismo di Anticitera, nonostante non trovi pari sino alla
realizzazione dei primi calendari meccanici successivi al1050, rimane
comunque perfettamente integrato nelle conoscenze del periodo tardo
ellenistico: vi sono rappresentati solo i cinque pianeti visibili ad occhio
nudo ed il materiale usato è un metallo facilmente lavorabile.
Ad Alessandria d'Egitto infatti durante l'ellenismo operarono molti studiosi
che si dedicarono anche ad aspetti tecnologici realizzando macchine come
quella a vapore di Erone. A Siracusa inoltre già dal 213 a.C. Cicerone cita
la presenza di una macchina circolare costruita da Archimede con la quale si
rappresentavano i movimenti del Sole, dei pianeti e della Luna, nonché delle
sue fasi e delle eclissi. Tuttavia l'unicità del meccanismo di Anticitera
risiede nel fatto che è l'unico congegno progettato in quel periodo arrivato
sino ai giorni nostri e non rimasto nel limbo delle semplici "curiosità".
Il meccanismo di Anticitera è a volte citato tra i casi di OOPArt (Out of
place artifacts), i cosiddetti "manufatti fuori dal tempo", dai sostenitori
dell'archeologia misteriosa, i quali non vi riconoscono un artefatto
scientifico ellenistico.
Sul numero 498 di febbraio 2010 della rivista Le Scienze un articolo a firma
di Tony Freeth afferma che è stato ricostruito il metodo con cui il
meccanismo prediceva le eclissi e le fasi lunari e avanza l'ipotesi che la
costruzione dello stesso sia avvenuta nella città colonia greca di
Siracusa[3].