Antonio Bruno
2005-08-18 12:33:00 UTC
...affetta da sclerosi multipla. I giudici: l'efficacia della cura Di Bella
non è dimostrata.
Ovvero, l'infamia della vergogna. La vergogna di uno stato asservito alle
Lobby. Le lobby di una scienza asservita al potere. Il potere dell'audience
in un sistema "informativo" che dà ampi spazi a chi usa la televisione per
diffondere i propri pregiudizi personali...:-(
TRENTO.
Niente da fare per la donna affetta da sclerosi multipla che chiede di
essere curata con il metodo Di Bella, o per maggior precisione, con cura
biologica a spese dell' Azienda sanitaria. Il Tribunale di Trento ha
rigettato il reclamo presentato dall' avvvocato Claudio Severini per conto
della paziente a cui l'Azienda Sanitaria non rimborsa le spese sostenute non
riconoscendo efficacia alla cura. La donna e il suo medico curante, il
neurologo modenese Andrea Verna, sostengono che da quando la donna ha
abbracciato la naturopatia, la malattia ha arrestato il suo progresso e anzi
è in fase regressiva. Ma secondo il perito nominato dai giudici, CHE PURE
RICONOSCE L'EVOLVERSI POSITIVO DEL QUADRO CLINICO, non c'è prova che la
regressione sia attribuibile alle cure biologiche ma si tratterebbe
piuttosto di una fase della malattia.
Il sentenza il Tribunale presieduto dal giudice Carlo Ancona, scrive che
<<nessuna delle posizioni (cioè del perito e del medico curante) è immune da
opzioni politico-culturali, ma che il giudice al riguardo non può che
rimettersi alla scelta del legislatore>>. Si sottolinea inoltre che <<in
questa sede non è in questione la legittimità della somministrazione della
cura Di Bella, ma il diritto di porla a carico della collettività>> e che il
<<criterio previsto dal legislatore a riguardo è indiscutibilmente quello
della somministrazione di cure la cui efficienza è accertata con metodi e
sulla base di esperienze di sicura attendibilità scientifica, il che
indiscutibilmente non avviene per la terapia Di Bella di cui da un lato non
è dimostrata la validità terapeutica, dall'altro non è affatto certa
l'assenza di controindicazioni>>.
Vergogna.
non è dimostrata.
Ovvero, l'infamia della vergogna. La vergogna di uno stato asservito alle
Lobby. Le lobby di una scienza asservita al potere. Il potere dell'audience
in un sistema "informativo" che dà ampi spazi a chi usa la televisione per
diffondere i propri pregiudizi personali...:-(
TRENTO.
Niente da fare per la donna affetta da sclerosi multipla che chiede di
essere curata con il metodo Di Bella, o per maggior precisione, con cura
biologica a spese dell' Azienda sanitaria. Il Tribunale di Trento ha
rigettato il reclamo presentato dall' avvvocato Claudio Severini per conto
della paziente a cui l'Azienda Sanitaria non rimborsa le spese sostenute non
riconoscendo efficacia alla cura. La donna e il suo medico curante, il
neurologo modenese Andrea Verna, sostengono che da quando la donna ha
abbracciato la naturopatia, la malattia ha arrestato il suo progresso e anzi
è in fase regressiva. Ma secondo il perito nominato dai giudici, CHE PURE
RICONOSCE L'EVOLVERSI POSITIVO DEL QUADRO CLINICO, non c'è prova che la
regressione sia attribuibile alle cure biologiche ma si tratterebbe
piuttosto di una fase della malattia.
Il sentenza il Tribunale presieduto dal giudice Carlo Ancona, scrive che
<<nessuna delle posizioni (cioè del perito e del medico curante) è immune da
opzioni politico-culturali, ma che il giudice al riguardo non può che
rimettersi alla scelta del legislatore>>. Si sottolinea inoltre che <<in
questa sede non è in questione la legittimità della somministrazione della
cura Di Bella, ma il diritto di porla a carico della collettività>> e che il
<<criterio previsto dal legislatore a riguardo è indiscutibilmente quello
della somministrazione di cure la cui efficienza è accertata con metodi e
sulla base di esperienze di sicura attendibilità scientifica, il che
indiscutibilmente non avviene per la terapia Di Bella di cui da un lato non
è dimostrata la validità terapeutica, dall'altro non è affatto certa
l'assenza di controindicazioni>>.
Vergogna.
--
Antonio Bruno
"Niente di tecnologico per appiattire il grano, vengono usate le tavole
da mettere sotto il piede e da tenere con le corde fissate ai lati
delle tavole stesse." (F. Grassi- CICAP)
Antonio Bruno
"Niente di tecnologico per appiattire il grano, vengono usate le tavole
da mettere sotto il piede e da tenere con le corde fissate ai lati
delle tavole stesse." (F. Grassi- CICAP)